Aidan Chambers e il colpo di accetta letterario.


Aidan Chambers e il colpo di accetta letterario.

Il primo aprile 2015 ho rubato delle parole ascoltando Aidan Chambers e ve le passo.


Primo aprile 2015. Mi trovo alla Fiera del libro di Bologna e penso al mio primo acquisto fatto in questo luogo, la prima volta che venni anni fa: Aidan Chambers, Siamo quello che leggiamo, crescere tra lettura e letteratura, Equilibri, 2011.


Il mio interesse verso la letteratura e la lettura è cominciato molti anni fa. Nel tempo è maturato, si è affinato e con autori quali Aidan Chambers trova pienezza. C’è bisogno di libri belli. C’è bisogno di saper riconoscere la bellezza anche quando pare che non ci sia. Amo leggere ai bambini ma è un atto di responsabilità non da poco.


Nei saggi di Aidan Chambers ho trovato una cassetta degli attrezzi cui attingo a piene mani e che mi permette di avere una linea guida cui faccio grande affidamento. La sua cura e l’attenzione al lettore rendono qualsiasi lettura, o proposta di lettura, realmente “consapevoli”. Tutto ha importanza, a partire dal luogo in cui si legge.

Ammiro l’accuratezza che dedica a ogni aspetto.


Leggere è un’attività che richiede comportamenti appropriati. In primo luogo, dobbiamo porci nella giusta predisposizione mentale per concentrarci su un libro, essere in grado di prestargli la dovuta attenzione e lasciarci trasportare dalla storia. (Il lettore infinito, Educare alla lettura tra ragioni ed emozioni, Equilibri, 2015, pag. 51).


Aidan Chambers parte da aspetti concreti, a volte autobiografici, prima ancora di affrontare quelli più profondi, critici e teorici.


I libri non ci minacciano, non ci tradiscono, né svelano le nostre difficoltà, ma ci consentono di contemplare anche l’evento più problematico attraverso il filtro protetto di una storia. (Siamo quello che leggiamo, pag. 90-91). Ma attenzione che il colpo di accetta non sia troppo forte!


Il primo Aprile di quest’anno dunque, ho potuto ascoltarlo mentre ci regalava la sua esperienza di critico letterario, sempre condita di ironia ed esempi concreti. Mi sono lasciata rapire dalle sue digressioni.

Ci sono parole che ho trascritto su un quaderno, scomodamente aggrappata alla porta, e queste voglio appuntare bene nella memoria, per me e per chi sarà interessato a leggere. Non è un trattato ma una esposizione colloquiale, spontanea sebbene sicuramente preparata. Eccole. Intitolo questo intervento


Il colpo di accetta.

Leggere a volte può essere deludente perché può farci stare male. Il compito di una buona letteratura è di riuscire a scalfire la superficie, con un colpo di accetta assestato bene, con la giusta forza, deve poter entrare nella profondità delle cose.  Il rischio che sia spiacevole è reale. Ecco perché il colpo non deve nemmeno essere troppo forte.

Quante informazioni arrivano dai vari media? La letteratura si basa sempre sui fatti, che differenza c’è fra trame e drammi? I libri non minacciano, nutrono il nostro cervello e questo ci aiuterà.


La letteratura è fatta di parole e di suoni, come la musica. Ha un ritmo (rime, allitterazioni) che crea un “senso intellettuale” e per arrivare all’anima deve attraversare l’intelletto. L’essenza del nostro essere è la parte più interessante, anche se io stesso non lo conosca ancora, è la grande ricerca. Le idee, che sono l’essenza, diventano concrete quando sono scritte in una pagina. L’uomo è fatto per lasciare segni, si applica da migliaia di anni, dai primitivi fino al bambino che gattona e segna con un gessetto il muro. Il nostro cervello è sufficientemente grande e potente per scrivere e anche per il processo della lettura, che è il più difficile che debba affrontare. Ogni cervello deve fare questo processo di apprendimento entro i primi tre anni di vita (non leggere, ma ascoltare letture e fare segni) in modo da aprire quei canali cerebrali che, altrimenti, rimarrebbero interrotti. È la parte musicale del cervello: dalla lallazione alle filastrocche.


Se si nasce in una famiglia con una base linguistica debole, in una in cui non si sono mai lette filastrocche o storie, quella parte di cervello ha bisogno di aiuto per attivarsi. È molto difficile rimpiazzare quello che non si è ricevuto al momento giusto, ecco perché gli insegnanti dei bambini, fino ai cinque anni di età, sono i più importanti.

Nella fase dell’adolescenza, in cui il ragazzo comincia ad autodeterminarsi, questa mancanza si evidenzia in modo lampante ed è una questione molto seria. Non trascurabile.


Per aiutare un bambino a diventare ricco interiormente, un lettore, bisogna iniziare e poi continuare a nutrire il suo cervello con letture che lo aiutino. È un bisogno importante della persona. A questo proposito, per farvi capire a cosa mi riferisco, vi racconto della mia esperienza di insegnante in una scuola professionale. Quei ragazzi saranno degli operai, questo è quello che ci si aspetta da loro. Quando andai in quella classe, mi resi conto che erano giudicati dagli altri come persone meno importanti, anche rifiutati, e di conseguenza erano studenti che si comportavano in modo rude.

Erano loro stessi a considerarsi esseri di seconda scelta. Mi sono detto che dovevo ricominciare da zero, dalla fase dei tre anni. Una mattina mi presentai con Il Gigante Egoista di Oscar Wilde, onestamente fu il primo libro che presi in mano uscendo da casa. Iniziai a leggere con calma e dopo poco si calmarono tutti. Era una cosa nuova, nessuno l’aveva mai fatto prima per loro. Qualcuno si commosse addirittura e capii che se piangevano era anche perché avevano ricevuto quello che non gli era stato mai dedicato.

Da lì cominciai a mostrargli albi illustrati, sempre più sofisticati, presentandoli come letture che avrebbero potuto fare ai loro futuri figli, che magari sarebbero arrivati pure troppo presto. Li esposi affinché li vedessero tutti. Il libro che suscitò in loro più emozione e anche disagio fu quello di Maurice Sendak, Nel Paese dei Mostri Selvaggi. Questo albo rilascia energia. Mai leggerlo ai bambini prima di andare a letto!


È facile trovare libri di conforto, di intrattenimento. La parte difficile arriva con quel colpo di accetta che deve spezzare il ghiaccio e per questo bisogna fare scelte oculate. Non si può andare troppo in profondità per non abbattere i ragazzi. Non dobbiamo distruggerli e se il colpo è troppo forte, questo potrebbe accadere. Bisogna conoscere bene la letteratura per sapere cosa proporre.

Devono farlo soprattutto quegli insegnanti che accompagnano i ragazzi fino ai dodici anni di età.

Il primo punto che devono considerare gli insegnanti è di LEGGERE, parlare di libri e confrontarsi tra educatori.

Devono farlo tra loro prima di proporre letture ai bambini. Una buona formazione è indispensabile, un training per insegnanti serve affinché possano offrire ai bambini quello di cui hanno bisogno, quello che da soli non avrebbero mai deciso di scegliere.

Questo è il compito di un insegnante: portare il bambino dove non è mai stato.


Nel saggio Il lettore infinito, Educare alla lettura tra ragioni ed emozioni c’è la MAPPA DEL PROCESSO DI LETTURA. Molto semplice con punti chiari quali la selezioni di libri dopo averli letti, metterli a disposizione per poterli prendere, leggerli…


La buona lettura è possibile, però, in funzione del tempo. In quale luogo possono farlo i bambini se a casa tra televisione accesa, musica, rumori domestici, e altre distrazioni la lettura è davvero vista come un atto essenziale da non essere interrotto? Anche con richieste da parte dei familiari: “Bob mi vai a prendere la scopa”? Solo in due luoghi ci sono le condizioni ottimali: la biblioteca e la scuola. L’insegnante è il perno di questo fatto.


È essenziale dare il tempo di leggere, in condizione ottimale. Senza dimenticare che il bambino deve sentire leggere, perché l’apprendimento umano avviene per imitazione. L’insegnante dovrebbe leggere ogni giorno e poi fornire l’opportunità di farlo da soli.

Leggere insieme, a scuola, è più facile che farlo da soli a casa. È probabile che qualche alunno un giorno si annoi, ma la volta dopo magari lo gradirà di più, e giorno dopo giorno, diventerà un lettore migliore, cambiando atteggiamento.


La preparazione letteraria mi permette di dire quanto sia bravo Dostoevskij, anche se onestamente non mi piace. La mia preparazione è tale che mi permette di poterlo fare. Ma come ci si forma a scuola? Io ebbi un insegnante che leggeva e poi chiedeva il parere degli alunni, analizzava i testi fornendo gli strumenti per farlo da soli, per esempio i suoni: «Ha un suono bello» diceva qualcuno, e lui rispondeva «verissimo, ha molte F, si chiama allitterazione» e così imparavamo termini sempre più tecnici senza fatica e ci insegnava a vedere quello che diceva davvero il testo. Era quasi un gioco. Poi si provava a estrarre il significato di un testo.


Per esprimere tutte le qualità che un testo contiene, esistono le “domande speciali”, (e le troverete nella MAPPA di cui parlavo). Vi riporto l’esempio dell’analisi dell’albo di Sendak, per utilizzare lo stesso albo già citato, con un gruppo di bambini.

Chiedo: «Quanto ci ha messo questa storia a succedere secondo voi?».

Il primo risponde «tre minuti, il tempo che ci vuole per leggerla».

Il secondo dice «due ore di sera», «come fai a saperlo?» chiedo. «Solo una mamma cattiva ti manda a letto senza cena e ti lascerebbe solo tutta una notte», risponde. «La zuppa sul tavolo fuma ancora».

Un bambino notò come cambia la forma della luna, quindi si parlò di fase lunare. Durò un “mese lunare”? Forse significava che Max era “lunatico”, il protagonista era “matto di rabbia”, oppure accadeva spesso, in giorni diversi, ecco perché ci sono lune diverse «e ci vuole molto per smettere di essere arrabbiati».


Ecco un esempio di significati nuovi e nuove parole. Ecco il nutrimento!


Dopo queste parole Aidan Chambers rimanda al libro, che non mancherò di leggere con interesse, l’ho appena iniziato ma ho trascritto questi appunti prima di lasciarmi influenzare dalla lettura, per mantenere quel senso di immediatezza che regala la parola non scritta, l’esposizione diretta di questo grande Maestro.

Grazie.


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Commenti: 1
  • #1

    teuta (mercoledì, 22 aprile 2015 09:22)

    Molto interessante. Grazie. Cercherò il libro.
    PS. Pure io apprezzo dostojevski ma non l'ho mai amato anche se letto e studiato. ;-)