Recensioni per Piccoli Lettori Crescono di bookavenue.it


Invito a seguire tutte le recensioni della redazione di Piccoli Lettori Crescono, di cui qui sotto è solo un assaggio. 

Visitate la bellissima pagina che vi si aprirà qui

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GLI SPECIALI

 

Di volta in volta pubblichiamo degli speciali che comprendono più di un solo libro. Questo avviene nei mesi estivi, a Natale, nel numero dopo la Fiera del Libro di Bologna e anche nelle uscite delle Mini Rubriche personali. Nel mio caso riguarda il genere Fantasy, dove proprio la fantasia è più sfrenata. Ma non solo, esploro molto quindi ci saranno sempre belle sorprese.

 

Allego qui sotto i vari link che ho citato.

 

http://www.bookavenue.it/piccoli-lettori-crescono/item/1389-mondi-fantastici-in-cui-la-parola-d%E2%80%99ordine-%C3%A8-avventura.html

 

 

http://www.bookavenue.it/piccoli-lettori-crescono/item/1358-speciale-fiera-del-libro-per-ragazzi-di-bologna.html

 

http://www.bookavenue.it/piccoli-lettori-crescono/item/1283-speciale-natale-2013.html

 

http://www.bookavenue.it/piccoli-lettori-crescono/item/1178-piccoli-lettori-crescono-libri-per-lestate.html

 

http://www.bookavenue.it/piccoli-lettori-crescono/item/1588-buona-estate-e-buone-letture.html

 

 

Là fuori e qui dentro: quando il sapere diventa attraente!

 

 

Settembre, un mese altalenante: l’euforia e i ritmi dell’estate sono ancora attaccati addosso, ma si avverte anche l’imminente inizio dell’anno scolastico e i sentimenti saltellano, tra entusiasmi e timori. Le emozioni contrastanti accompagnano il passaggio inevitabile dalla vacanza all’impegno in classe, spicca di più l’opposizione tra là fuori e lì dentro, ma sono due spazi che comunicano, e in due libri ho trovato come prolungare il gioco di fughe attraenti. Un gioco di porte che regala scoperte sorprendenti...➦

 

 

Là Fuori, guida alla scoperta della natura, di Maria Ana Peixe Dias e Inês Teixeira Do Rosário, è una guida creativa per scoprire e conoscere meglio la natura che circonda e abbonda di vita in ogni spazio di questo mondo. Ha ottenuto il riconoscimento di Bologna Ragazzi Award 2015 come “opera prima”. Conquista il lettore con l’innovativa fusione della didattica manualistica e la poesia di un albo, con il gioco e la sperimentazione, che vivacizza l’esplorazione dell’ambiente, ha uno  stile fresco e utilizza diverse tecniche nell’illustrazione. I due protagonisti, un bambino e una bambina, accompagnano il lettore lungo il percorso di scoperte, proiettandolo quasi dentro il libro: l’esplorazione riguarda ogni habitat, dalla città alla campagna, dai monti al mare, dall’abisso allo spazio. È un manuale da usare, zeppo di informazioni e curiosità, suggerimenti per mettersi alla prova, vedere e toccare. La natura acquista nuova luce perché lo sguardo diventa più consapevole. Le nozioni passano attraverso le parole e le immagini in modo intrigante, viene voglia di cercare il riscontro nella realtà, fuori dalle pagine, e senza badarci troppo si impara a riconoscere gli alberi, a giocare con le loro foglie, a distinguere gli uccellini, a indovinare a chi appartiene quella piuma. Le scelte grafiche affascinano, sono distintive, mantengono un piacevole legame tra cromatismi, impatto visivo, romanticismo: arte. È impossibile resistere alla tentazione di uscire, fin dal titolo c’è l’invito a farlo. Già sulla soglia si può sperimentare la vita brulicante delle formiche che fanno scorte o delle nubi che si contorcono e si dispongono in varie forme. La nozione scientifica è dotata di fascino poetico e giocoso, l’offerta è ricca.

Quante scoperte incredibili si possono fare fuori, ma anche dentro e precisamente nel nostro cervello, più dentro di così!

Informazioni tecniche

Titolo: Là Fuori, guida alla scoperta della natura.

Autori: Maria Ana Peixe Dias e Inês Teixeira Do Rosário.

Illustratore: Bernardo P. Carvalho.

Editore: Mondadori.

Codice: EAN 9788804660958

Formato: 23x17cm. Rilegato, copertina rigida.

Pagine: 361

Prezzo indicativo: € 28,00

Età di Lettura: dagli 8 anni

 

Allenamente, giochi attività e trucchi per allenare il cervello, di Carlo Carzan e Sonia Scalco, una guida alla scoperta del nostro cervello che procede per gradi e approfondisce l’argomento, di norma complesso, in un modo davvero interessante, chiaro e divertente, lasciando scoprire i misteri dell’incredibile “ingranaggio” che guida il nostro corpo. Anche in questo caso l’invito è di mettersi alla prova, di sperimentare per conoscere, comprendere e sfidarsi.

È un percorso in cui la nozione è accompagnata da immagini chiare, vivaci ed esaustive che supportano la spiegazione, lo fanno in modo simpatico e giocoso, aiutano a elaborate e a fissare la memoria visiva. Ci sono molte curiosità che costellano il libro e la scoperta assume il carattere emozionante dell’esplorazione. È l’invito alla pratica che ne fa uno strumento da usare. Una palestra appunto, per allenare il proprio cervello.

Il libro è diviso in sezioni, utilizza colori distinguibili a seconda delle informazioni scientifiche che fornisce sul cervello e il suo funzionamento: da quelle per conoscere gli strumenti e il metodo per allenarlo, la sezione dedicata alle capacità e le abilità da allenare e quella con giochi divertenti che mettono in pratica i suggerimenti proposti nel libro. In una tale varietà di stimoli non stupisce incontrare sia personaggi importanti come Aristotele o Fleming che la ricetta del salame al cioccolato, perché il filo logico guida perfettamente la lettura. La memoria, la logica, la curiosità, tutte confluiscono in metodi pratici per sfruttare al meglio il cervello, anche a scuola, per ottimizzare l’impegno dedicato ai compiti, alle verifiche e alle interrogazioni. Questa guida attiva i processi che interessano entrambi gli emisferi: allenare la concentrazione e la memoria. Qui sono un gioco, ma molto utile: come sviluppare i processi logici, di apprendimento, ma anche quelli creativi per liberare l’immaginazione. Si offrono molti nuovi spunti da cogliere, ludici, belli come l’invito ad allenare l’occhio per “leggere” un quadro, a cambiare il punto di vista, oppure a risolvere un mistero.

L’eccitazione della scoperta è il sale della vita, la curiosità non va mai spenta e continua a farci crescere, anche se siamo già adulti. Difficile fissare un’età consigliata alla lettura, proprio per le caratteristiche dei due manuali che sono didattici eppure intriganti. Sono libri molto creativi, che incuriosiscono: manuali e contenitori di attività ludiche. Sono entrambi varchi da contemplare, per conoscere divertendosi.

Informazioni tecniche

Titolo: Allenamente, giochi attività e trucchi per allenare il cervello.

Autori: Carlo Carzan e Sonia Scalco

Illustratore: Ignazio Fulghesu

Editore: Editoriale Scienza (collana A Tutta Scienza).

Codice: EAN 9788873077831

Formato: 23x18cm. Brossura, copertina flessibile

Pagine: 96

Prezzo indicativo: € 13,90

Età di Lettura: da 8 anni

 

 

http://www.bookavenue.it/piccoli-lettori-crescono/item/1708-l%C3%A0-fuori-e-qui-dentro-quando-il-sapere-diventa-attraente.html

 

 

 

Il favoloso libro di Perle di Timothée de Fombelle.

 

 

“I grandi segreti non condivisi finiscono per sbiadirsi un po’. Non si riconoscono più le forme sulla carta lucida. I segreti autentici si mescolano ai sogni. E quando li si risveglia, ci ricordano soltanto la nostra solitudine”.

Un libro che racconta: per non dimenticare, per svelare, per fornire delle prove. Un libro necessario, alla fine >>

 

Timothée de Fombelle è uno scrittore e drammaturgo francese, pluripremiato, autore di opere apprezzate da un vasto seguito di lettori, quali Tobia, Un millimetro e mezzo di coraggio e Tobia, Gli occhi di Elisha, autore di Vango.

 

Le sue trame sono avvincenti, il ritmo della sua narrativa incalza il lettore. Stimola a seguire gli eventi che si susseguono fino all’ultima pagina, irresistibile. Anche in questa storia, a dir la verità sono più di una, non c’è indugio. Ci troviamo immediatamente in mezzo alla trama e dobbiamo guardarci intorno velocemente per riuscire a capire. Al principio non è immediato.

“Chi avrebbe mai indovinato che lei era una fata? Era scappata dalla finestra della torre, dopo avere stracciato i vestiti per farne una corda. E da quando in qua alle fate serve una fune per calarsi da un baluardo? Ora indossava soltanto una lunga camicia bianca che aveva rubato, più tardi, da un filo teso sotto la luna”.

Nel primo capitolo è il narratore a raccontarci l’evento tragico in cui una fata rinuncia ai suoi poteri per amore, ma invano, perché l’amato è già morto. Non facciamo in tempo a rattristarci perché un misterioso vecchio rivela che non è come sembra, in realtà l’amato principe “si trova nell’unico tempo e nell’unica terra dove non si crede né alle favole né alle fate”. Il nostro mondo appunto.

Il titolo indica un mondo “favoloso” ma chi crede più alle fate? Il libro di Perle sconfina subito dalla favola.

Tutto comincia dall’odio, e sebbene si parli all’inizio di stregoni e principi, questo oscuro potere resta potente anche nel mondo reale, prolifica nella seconda guerra mondiale. Ucciderà in entrambi i mondi, con dolore immutabile. L’antagonista è l’amore incondizionato, e solo grazie a questo si diventa capaci di compiere imprese eroiche, pericolose, folli.

Sono temi universali: l’amore e il dolore, la gioia e la tristezza, le grandi attese pregne di solitudine, l’importanza dei ricordi e il peso dei segreti. Scivolano lungo l’intreccio dei destini, fitti, che popolano la trama. Come i protagonisti, continuano a sfiorarsi senza mai afferrarsi saldamente.

Dal secondo capitolo la narrazione passa alla prima persona e il ricordo appartiene a un ragazzo di quattordici anni che scappa, ferito più nell’anima che nel corpo, in fuga per amore. Un sentimento questo che non ha nulla di sdolcinato, racconta un conflitto eterno. E di conflitti ne scoppiano molti, le storie e i destini dei personaggi cominciano ad annodarsi e sono gli interrogativi a spingerci avanti. Dove siamo? Chi è quell’uomo? Il lettore affronta le incognite accanto al narratore e la storia non ha nulla di banale o di scontato, ci lascia incollati alla voglia di sapere di più.

Come cacciatori bracchiamo i personaggi e cerchiamo di scoprire chi sia la voce narrante, comprendiamo che è il testimone di qualcosa di molto importante. Corriamo sopra le parole che in un attimo ci portano dalla fuga nel bosco all’arrivo a una casa isolata in cui vive uno strano personaggio, circondato da valigie, che scrive silenzioso su quaderni e l’unica foto appesa che ha, è quella della pasticceria Perle. Da qui viviamo più esistenze, fino a ricomporre un puzzle vitale, perché l’epifania è una vera rinascita.

La trama non è lineare. Da un regno lontano, fiabesco, dove viveva un giovane principe, Ilian, innamorato di una fata, Olia, comincia la storia. Ilian è odiato dal proprio fratello, al punto che vorrebbe ucciderlo, ma uccidere i principi non è di buon auspicio, e solo per questo viene risparmiato dall’oscuro stregone Taage. Il principe è comunque cacciato da ogni regno, esiliato, e finisce nel nostro mondo, a ridosso della seconda guerra mondiale.

In questo mondo è accolto dai coniugi Perle, che possiedono una pasticceria a Parigi. Comincia così, con il nome di “piccolo”, a lavorare nel loro negozio e ad apprendere i segreti dell’arte pasticcera, riempie un ruolo affettivo importante e diventa il figlio che hanno perso, Joshua. Ma anche questo mondo cela insidie pericolose e altrettanto improvvise, e assume definitivamente il ruolo di Joshua, appropriandosi della sua identità. Sperimenta così un altro tipo di odio, quello raziale. La storia non lo risparmia: combatterà, sarà catturato e conoscerà tradimenti e orrori. Solo da partigiano, nel fornire un nome di battaglia per quel nuovo esercito invisibile, Ilian recupera la sua identità e nomina Olia.

Il mondo reale conosce le stesse aridità di quello fatato. I poteri di principi e fate qui spariscono e devono arrangiarsi, senza sconti. C’è ancora qualcuno che racconta favole, ma chi ci crede più?

La memoria è il protagonista astratto. L’autore amplifica l’esigenza di scrivere per non dimenticare, attraversa mondi e linguaggi, ha bisogno di fornire prove, testimonianze, per scolpire la verità, dopo averla a lungo cercata. La corrente che trascina gli eventi dei protagonisti, che inciampano negli scogli acuminati della storia, è la ricerca: l’uno dell’altro, del ritorno. E questa energia non si può arrestare.

Per tutta la sua vita, Joshua Perle continua a incartare toffolette e a cercare oggetti magici che lo ricolleghino al suo mondo, nel tentativo di tornare, ignaro del fatto che la fata innamorata di lui ha rinunciato ai poteri magici per poterlo raggiungere e lotta tra il desiderio di abbracciarlo e il terrore di scomparire. È braccato fino alla fine dei suoi giorni. Il tempo, in tutto ciò, pare danzare: un passo indietro, due avanti, alcuni invecchiano, altri restano immutati, infine rimedia e regala una nuova vita, una vera rinascita, di cui il lettore, ignaro fino a quel momento, diventa fautore. Per avverarsi, serviva proprio quel tempo lì.

 

Informazioni tecniche

Titolo: Il favoloso libro di Perle

Autrice: Timothée de Fombelle

Editore: Mondadori (contemporanea)

Codice: EAN 9788804657705

Formato: 22x14,5 cm. Rilegato, copertina rigida

Pagine: 309

Prezzo indicativo: € 16,00

Età di Lettura: 12

http://www.bookavenue.it/piccoli-lettori-crescono/item/1677-il-favoloso-libro-di-perle-di-timoth%C3%A9e-de-fombelle.html

 

Portami con te

 

 

La vita media degli italiani si allunga e mentre il nostro paese invecchia, altri si svuotano per andare incontro a nuove prospettive di lavoro, come per fare le badanti ai nostri anziani più soli. Nel 2030, secondo il Censis, la crescita della domanda di servizi di assistenza porterà il numero degli attuali badanti a più di 2 milioni. Loro arrivano in Italia e a casa loro restano i figli. Accade in Romania, Moldavia, Ucraina, Polonia o Russia. Li chiamano “Orfani bianchi”, e l’Unicef dichiara che attualmente sono almeno 350mila in Romania, 100mila in Moldavia. Sono bambini che cadono in depressione, rischiano l’alcolismo, l’uso di droghe. Qualche bambino decide di suicidarsi, un atto estremo che riporta l’attenzione su di loro, per un attimo, dopo lunghe attese, troppo dolorose da sopportare, convinti di essere stati dimenticati... >>

 

 

Il primo è stato Pavel, undici anni. Un bambino amico del protagonista, che viveva a Lesini, in Romania, e che possedeva tanti giochi che la mamma gli spediva dall’Italia. Sembrava addirittura fortunato, Pavel. Quei giochi erano introvabili da quelle parti e lui li condivideva con gli amici. Sembrava anche felice. Così pensava Florentin.

La storia raccontata in questo libro è importante.

Lesini è un paese di fantasia ma talmente verosimile da passeggiarci in mezzo, accanto ai bambini e ai vecchi che lo abitano. Un paese come tanti in Romania, svuotato dei genitori che lavorano all’estero e popolato da figli e nonni che aspettano il loro ritorno. A volte per troppo tempo. Qualcuno non regge alla morsa della malinconia e decide così di fermare il dolore, tragicamente. A Lesini capita che sia un amico di Florentin a compiere il gesto estremo, giunto a un punto in cui anche una cascata di doni spediti da lontano non produce più suoni e nemmeno sorrisi. Non scalda più. E capita ancora. Il rischio che possa capitare a molti, si annida tra i fiocchi del lungo inverno.

Costel quindi non è il primo amico di Florentin a commettere un suicidio.

“Al funerale c’erano tutti, naturalmente. Un villaggio si stringe sempre intorno ai suoi morti. Un villaggio dovrebbe stringersi anche intorno ai vivi, ma questo non accadeva più a Lesini, paese di vecchi e bambini. Era come una coperta piena di buchi: da lontano sembra ancora tutta intera, ma quando ti avvicini, ti accorgi che non ha più la consistenza giusta per scaldare i corpi che avvolge.”

Florentin osserva e capisce che quando la mamma decide di partire per l’Italia sarebbe stato rischioso. Un saluto indesiderato, fatto a fatica, e pieno di paure. Fortunatamente madre e figlio mantengono una vitale comunicazione tramite internet, un filo robusto che conduce amore, racconti, descrizioni, e allarga le conoscenze e l’immaginazione. La mamma lavora presso un avvocato disabile, a Livorno, e piano piano questa nuova vita allenta quel filo. Lo scambio epistolare, che raccontava i loro mondi e le loro sensazioni, comincia a diventare frettoloso, non più attento e aperto, sincero fino in fondo. Le vite hanno iniziato a imboccare strade diverse. Florentin lo avverte e sente dentro di sé un morso gelido crescere. Sa bene che era la stessa angoscia che avvertirono Pavan e Costel. Spaventato, ma risoluto, decide di non soccombere al male oscuro e scappa, prepara uno zainetto e si mette in marcia seguendo quel filo, nella speranza di trovare l’uscita del labirinto di brutti pensieri. Il viaggio non sarà per niente semplice, ma la determinazione è tanta. Una grande avventura, molto più grande di un bambino.

Questa vicenda fa riflettere. Ci sono aspetti del nostro tempo che ci sfiorano e non sappiamo riconoscere, non conosciamo. Quante volte ci sarà capitato di salutare la signora rumena che fa spesa per l’anziano che assiste, o di incontrare gruppi di donne che si godono la domenica di libertà parlando la loro lingua, a passeggiare o a condividere un pasto in allegria e confidenza. Che cosa sappiamo di loro, delle loro famiglie? L’autrice ci racconta quello che molti non immaginano. La condizione di molti bambini, definiti “orfani”, anche se non lo sono.

La storia di Florentin, vivacizzata da una scrittura che passa dal racconto, con dialoghi rapidi, allo scambio epistolare, coinvolge per l’intimità che racconta, accende l’animo di emozioni. La speranza c’è, e anche l’ottimismo, il coraggio, che attraversano le pagine di tutto il libro. Un ritmo scorrevole e intenso insieme. A volte si deve crescere più in fretta e questo percorso accidentato non esclude lieti fini. Portami con te, è un libro importante perché racconta una vicenda immaginaria ma basata su fatti reali ed è accompagnato dal patrocinio di due associazioni molto attive con i bambini in difficoltà, bisognosi di aiuto: Parada e L’Albero della Vita. In appendice c’è una loro presentazione.

Portami con te è una lettura che riordina le priorità per una vita felice. Ricorda come nessun giocattolo riscaldi il cuore quanto un abbraccio desiderato. Una lettura che fa riflettere e interessante da suggerire a chiunque, anche per riscoprire com’è bello un abbraccio.

Informazioni tecniche

Titolo: Portami con te

Autrice: Fulvia Degl’Innocenti

Editore: Raffaello (collana “Insieme” Raffaello Ragazzi)

Codice: EAN 9788847223622

Formato: 21,5x15,5 cm. Brossura, copertina flessibile cartonata

Pagine: 122

Prezzo indicativo: € 9,00

Età di Lettura: 10

 

http://www.bookavenue.it/piccoli-lettori-crescono/item/1661-portami-con-te.html

 

 

 

Cyberbulli al tappeto

 

 

Sta per finire la scuola. L’estate chiama, la socializzazione frizza e spumeggia già. Cellulari e tablet alla mano, attivi più che mai per spedire messaggi, per giocare, per fotografare e filmare, per ridere e per conoscersi. Molti preadolescenti, spesso anche bambini di scuola primaria, entrano in contatto con la rete e i social network senza conoscere veramente il potenziale di questo importante mezzo di comunicazione mondiale. Al fianco dei giovani navigatori del web solitamente ci sono genitori, fratelli maggiori, qualche insegnante o degli amici che potranno indicare l’uso corretto di questi dispositivi.

 

 

I nuovi utenti digitali hanno già sviluppato delle capacità intuitive avanzate sull’uso pratico di quasi ogni apparecchio elettronico, ma connettersi con il mondo è un tuffo grande, bello ma anche oscuro, l’acqua potrebbe essere più profonda di quanto si creda e servono delle precauzioni. Anche per questo motivo, è stato pubblicato un interessante manuale che spiega in modo divertente pregi e difetti, qualità e pericoli, potenzialità e limiti che si celano dietro lo schermo su cui saranno impressi pensieri, confidenze e su cui si pubblicheranno fotografie. Il libro si rivolge direttamente ai ragazzi, rendendoli consapevoli delle proprie scelte e soprattutto spiegando le meraviglie del contatto virtuale con il mondo.

Nelle prime pagine ci sono le descrizioni per conoscere meglio i vari modi di comunicare con la rete, molto usati dai ragazzi: WhatsApp, Skype, Snapchat, Chatroulette e Omegle. Sono chiare e non scontate. Mio figlio maggiore usa principalmente il primo: ha il gruppo della classe, uno specifico per i compiti (poiché in quello della classe le pagine dei compiti richieste si perdono tra le faccine di buffi emoticon e tra le immancabili battute), quello degli amici del mare, quello con gli amici del cuore, quello del gruppo sportivo, e quello della famiglia (e chissà quanti altri, nascono come funghi). Skype invece lo usiamo insieme, per comunicare con familiari e amici lontani, ci fa sentire molto più vicini.

Le descrizioni non trascurano le altre piattaforme quali Twitter, un modo più immediato e telegrafico per comunicare, Instagram, per chi ama fotografare e fotografarsi, gli adolescenti si fanno cascate di autoscatti, Ask.fm che è ancora più stringato, si basa sul metodo “botta e risposta”.

Un social network molto usato è sicuramente Facebook. È un vero diario personale aperto a tutti, oppure no, dipende dai filtri che sono impostati nella privacy, e ricordiamo che i confini tra privato e internet sono molto fumosi. Il fatto è proprio questo: si crede di conoscere già l’uso corretto di un tale mezzo, eppure è bene saper valutare davvero quanto sia reale la dimestichezza con la rete. Quanto si è esposti davvero? Questione di privacy. È una funzione molto importante. In questo libro è approfondita e ci sono informazioni che trasmettono la rilevanza che merita.

I social servono per: “scherzare con gli amici, condividere musica, imparare nuove lingue, lavorare, opporsi alle guerre, organizzare feste, mostrare le proprie opere d’arte, giocare e fare dibattiti”.

Essere in contatto con tutto il resto del mondo dalla propria camera è divertente, esalta. Purtroppo può nascondere anche delle insidie, tanto che già nelle impostazioni di base l’iscrizione è possibile solo dopo aver compiuto tredici anni. Anche con i videogiochi si entra in contatto con persone che non si conoscono davvero, con nomi buffi, strani o accattivanti.

Uno dei miei figli gioca a un gioco di strategia on line, nel suo clan ha riunito molti amici: compagni di scuola, di basket e amici estivi che frequenta da anni. Potrebbe, se utilizzasse questo gioco senza dei filtri, incappare in situazioni difficili da gestire o subdole. Perché dietro a questi nomi, nickname, profili e foto, ci potrebbe essere il compagno di giochi più divertente di tutti come il più subdolo dei cammuffati. O un bullo, un cyberbullo appunto.

La prima cosa da fare quindi è quella di distinguere la differenza tra un uso pubblico o privato del proprio profilo, o account, perché ne esistono di reali o fake, cioè falsi. Chi può raggiungere l’utente? Questo è il grande spartiacque. Ai miei figli ho spiegato che avere un profilo privato non limita le nuove conoscenze, ogni nuovo amico che incontreranno, se è loro simpatico, potranno aggiungerlo, ma poter valutare prima è preferibile.

È bene ricordare che ci sono anche delle regole all’interno della rete, le buone regole chiamate Netiquette, che bisogna imparare a rispettare. Per evitare di essere maleducati, offensivi, sciocchi o di colpire ed esser colpiti, è saggio esserne informati.

Il manuale racconta in modo fresco, chiaro e immediato, “come funziona ogni tipo di piattaforma o social network”, “cosa fare e cosa non fare” e come divertirsi senza avere brutte sorprese.

Le illustrazioni che arricchiscono il testo (dai primi passi da compiere, i consigli, i suggerimenti pratici, le regole e i trucchi), sono come delle gag, mostrano in modo brillante e divertente gli errori da evitare.

Ci sono errori anche gravi. Un esempio: condividere le foto di amici che fanno una figuraccia. Sicuramente farà sorridere i più, ma ferirà molto i malcapitati. Oppure l’abitudine di apporre tag in modo sconsiderato su commenti e foto o video che magari non dovrebbero diventare di dominio pubblico. Senza nemmeno volerlo davvero ci si trasforma così in cyberbulli. Bisogna avere ben presente l’impatto potente di questo mezzo. Esistono delle leggi che puniscono certi comportamenti e per scelta non voglio approfondire i casi di cronaca estremi scaturiti da atti simili.

Un errore è confondere il reale con l’intangibile. La rete ha maglie strettissime e ci si può restare impigliati. Uno scherzo inviato in rete può assumere le proporzioni di una valanga, è una cassa di risonanza incontrollabile. Una parola scritta è più potente di una pronunciata a voce, s’infila come una spina nell’animo perché non si cancella, è dolorosa quanto un segreto spifferato, una fiducia tradita, un furto di confidenze. È consigliabile capire chi sia il cyberbullo, come non diventare tale e come difendersi da questo, se si è diventati la sua vittima.

Della rete non bisogna certo avere paura, serve per compiere infinite attività: per scoprire, imparare, conoscere, divertirsi. È un mezzo meraviglioso, sconfinato e potente. Quello che è utile conoscere si trova in questo simpatico manuale, per navigare sicuri e consapevoli. Il mio consiglio è di far trovare in regalo, insieme al nuovo dispositivo, anche questo bel manuale, merita allegarlo insieme alle istruzioni.

Per BookAvenue, Francesca Frenzi Mariucci

In appendice seguono utili dettagli tecnici.

Informazioni tecniche
Titolo: Cyberbulli al tappeto
Autrice: Teo Benedetti e Davide Morosinotto
Illustrazioni: Jean Claudio Vinci
Editore: Editoriale Scienza
Codice: EAN 9788873077671
Formato: 23x18cm. Copertina flessibile.
Pagine: 95
Prezzo indicativo: € 13,90
Età di Lettura: da 11 anni

 

 

http://www.bookavenue.it/piccoli-lettori-crescono/item/1689-cyberbulli-al-tappeto.html

 

La mia famiglia, Gianna Braghin, Vessela Nikolova.

La supplente non conosce la classe e assegna un compito che possa raccontare qualcosa di personale dei nuovi alunni:

“Bambini, prendete un foglio e disegnate la vostra famiglia”.

Quanta famiglia disegnare? Qualcuno lo chiede. La supplente suggerisce di inserire nel disegno proprio tutti, “ quelli che incontriamo a Natale”, dice.

Un alunno, Hamid, afferra il concetto e inizia a disegnare la sua famiglia che si tiene per mano e figurano molti bambini in fila, sorridenti. Sono una famiglia unita. Ogni compagno interpreta la propria famiglia in modo personale: c’è chi stilizza i membri in “stecchiti” personaggi filiformi e chi rappresenta un nucleo contornato da tanti dettagli decorativi.

Il protagonista invece, che ha potuto scorgere i vari disegni dei compagni che ha accanto, deve ancora iniziare il suo. Intanto nota quanto tutte quelle famiglie disegnate dai compagni siano diverse dalla sua e così inizia a riflettere: “come è fatta la mia famiglia?”, si chiede.

Disegnare la propria famiglia non è un percorso immediato. Il termine famiglia raggruppa più persone di quelle che ci aspetteremmo di dover elencare. Lo rappresenta molto bene l’illustratrice Vessela Nikolova, che sull’albero genealogico pone delle matrioske: ognuna contiene a sua volta molti altri legami. Il collante quindi non si ferma alla parentela anagrafica, ma coinvolge principalmente i sentimenti che rendono vivo quel legame.

Da un punto bisogna pur partire e il protagonista comincia a disegnare il nucleo più stretto con cui vive: mamma e sorellina. C’è anche Thomas, il nuovo compagno della mamma, padre della sorellina. Ecco che le pareti della casa si dilatano per far posto anche al suo vero papà, Giulio.

Comincia subito a snodarsi il gomitolo di parentele dirette e acquisite, che si allarga in una fitta rete di relazioni. Alcuni fili sono un po’ lenti, le persone con cui il protagonista è meno legato restano più distanti, sono legami annodati da altri, come la prima figlia di Thomas, altri invece sono addirittura doppi per l’intensità affettiva, come con i nonni, gli zii, i cugini, il bisnonno e persino la badante Ludmilla, fissata con la raccolta differenziata dei rifiuti. Anche la nonna che non c’è più, mantiene un forte legame e nel foglio trova il suo spazio. Parte integrante è anche il cane, Virgola.

I personaggi che vengono via via ricordati, “valutati” e infine disegnati dal protagonista, si animano secondo la funzione affettiva che ricoprono, solo così trovano il loro reale spazio nel foglio. Le illustrazioni per altro contribuiscono a non fissare i personaggi sulla carta, sono in movimento, vivacemente presenti, come si rincorrono i pensieri del protagonista. È molto divertente seguire le riflessioni del bambino che descrive ogni familiare con aneddoti e particolari così vivaci e spiritosi. Il ritmo del libro è armonico e allegro, una melodica fusione tra testo e immagini.

Da questo compito per nulla facile il bambino capisce come si possa entrare e uscire dal foglio, la presenza di una persona considerata “familiare” e la sua posizione nel ritratto contano per quanto questa è presente nella sua vita, e l’elenco non sarà mai completo, un foglio non può proprio bastare.

L’albero della vita, con i suoi rami accoglienti, riunisce tutti i membri della “famiglia” che come uccelli si poggiano vicini, l’albero stesso diventa un unico grande nido. Qui, con un gioco di incastri negli spazi del cuore, c’è posto per tutti.

 

Informazioni tecniche

Titolo: La mia famiglia

Autrice: Gianna Braghin

Illustratrice: Vessela Nikolova

Editore: Bacchilega Junior

Codice: EAN 9788869420061

Formato: 21x21cm. Rilegato, copertina rigida

Pagine: 32

Prezzo indicativo: € 15

Età di Lettura: dai 6

 

http://www.bookavenue.it/piccoli-lettori-crescono/item/1640-la-mia-famiglia.html

 

Il Maestro nuovo è tornato, di Rob Buyea

Una delle cose più belle della lettura è quando ci si sente coinvolti. Intendo dire quando la cosa che state leggendo vi consente di mettervi in relazione con un personaggio o vi ricorda qualcosa che avete vissuto. O quello che leggete sa ricordarvi qualcos’altro che avete già letto. Quando siete coinvolti in modo autentico, vi godete fino in fondo ciò che state leggendo, e questo vi aiuta a capire veramente il testo. Se vi sentite coinvolti da un personaggio, allora saprete dirmi che cosa prova perché l’avete provato anche voi (…) se siete davvero coinvolti nella storia, forse riuscirete a dirmi anche come vi aiuta per la vostra vita”.

Siamo in America, nella sesta classe della scuola Snow Hill. Il maestro nuovo è tornato, ha distribuito dei libri agli alunni e questo è il commento al compito che ha appena assegnato. Mr. Terupt, ottimo insegnante, sa consigliare a ognuno il libro giusto, come un biblioterapeuta, individua con sapiente cura quello che arriva al cuore.

Mr. Terupt lo avevamo già potuto conoscere nel primo romanzo di Rob Buyea, Il maestro nuovo (2012), e con un pizzico di invidia per i suoi studenti, sicuramente lo abbiamo amato. Un insegnante così paziente, attento, accogliente, preparato che ognuno di noi avrebbe voluto incontrare, per se stessi e per i propri figli. Un vero amante della lettura e del suo lavoro. L’insegnamento è didattica e conoscenza della vita vera, il suo compito è di fornire gli strumenti necessari per affrontarla.

Nel precedente romanzo Mr. Terupt indica la via da percorrere e responsabilizza ogni alunno a scoprire da solo quale passo fare. Ogni esperienza fornisce un nuovo attrezzo da aggiungere al proprio bagaglio personale e anche in questo nuovo romanzo accadono avvenimenti che si imprimeranno in modo indelebile nella memoria dei protagonisti.

L’ambiente scolastico può non piacere affatto, per mille motivi, l’autore ce ne mostra alcuni, ma Mr. Terupt possiede la capacità di intuire i disagi dei suoi alunni e rende la classe un rifugio in cui stare bene, comunque.

La struttura del romanzo è scandita dai mesi dell’anno accademico e dai racconti di sette alunni in particolare, gli stessi già incontrati nel primo romanzo: Peter, Jessica, Alexia, Danielle, Anna, Luke e Jeffrey. Questo è il loro secondo anno con Mr. Terupt. Hanno caratteri ed esperienze familiari molto diverse e, proprio per questo, ci forniscono punti di vista aggiuntivi di ogni evento e chiavi di lettura nuove che aggiungono informazioni sempre autentiche e fresche. La loro caratterizzazione è definita anche dal gergo personale, dalle differenti scelte stilistiche e linguistiche.

Questi sette ragazzi si stanno formando, spesso leggono il mondo che li circonda in modo confuso, fanno fatica a sopportare i cambiamenti spesso repentini del proprio corpo, affrontano un passaggio importante. Le loro difficoltà sono universali. C’è chi incontra cattive amicizie e non sa come saltarne fuori, chi si scontra con la mancanza di comunicazione in famiglia, chi ha fretta di crescere e chi cerca di capire le proprie inclinazioni. Gli adulti poi vorrebbero ancora tagliarli fuori dalle decisioni familiari. Quello che accade in questo romanzo riguarda un po’ tutti da vicino, non è difficile trovare i legami con la vita personale, proprio come spiega il maestro nuovo.

Il secondo volume comincia dal punto in cui era terminato il primo, dopo l’incidente che aveva portato Mr. Terupt all’ospedale: Peter tirò quella palla di neve ghiacciata che persiste ancora nei suoi sensi di colpa. L’inizio dell’anno scolastico è sconvolgente quanto la fine di quello passato. Jeffrey, infatti, trova un neonato abbandonato lungo la strada, per puro caso, e lo porta a scuola, salvandogli la vita. Asher, si chiamerà, e di esistenze ne salverà anche lui, irrompendo con la sua energia positiva nella vita di tutti. Parte da qui l’insegnamento più profondo del maestro: la vita non è giusta ma abbiamo degli strumenti per affrontarla al meglio. Questo semplice e crudo concetto, che si declina in ogni vita, è fondamentale per guardare in faccia la realtà e imparare ad andare avanti. Mr. Terupt insegna ai suoi alunni che si può fare davanti a ogni tipo di avversità e li accompagna nel loro impegnativo percorso di autonomia e crescita.

Mr. Terupt assegna un ultimo compito, una prova finale: gli alunni dovranno leggere Il ragazzo da frustare, (The Whipping Boy, 1987), di Sid Fleischman, in cui si narra come in passato ci fossero ragazzi poveri che si prendevano le frustate al posto dei reali quando questi si comportavano male. L’insegnante applica concretamente in classe questa ingiustizia attraverso un sorteggio che divide la classe nelle due posizioni e la privazione consisterà nell’impossibilità di andare in gita per alcuni. Solo ai reali sarà permesso di farlo. Patire l’ingiustizia significa capirla e muoversi per combatterla. Peter è il primo a ribellarsi e rinuncia alla gita, lo seguiranno anche gli altri alunni-reali. Jessica spiega che da questo compito è nato un grande insegnamento.

“Quando vediamo una situazione ingiusta nel nostro mondo, sta a noi fare qualcosa. Restare zitti quando non siamo d’accordo con quello che succede non serve. Consente solo all’ingiustizia di continuare”.

I ragazzi imparano a cavarsela, ogni giorno di più, ed è bello seguirli, viene voglia di festeggiare. Anche il libro si conclude con una grande festa e continua per chi vorrà approfondire le altre letture che Mr. Terupt ha consigliato durante l’anno ai suoi alunni. Vi affido ai suoi suggerimenti, quasi tutti questi romanzi americani sono stati tradotti in italiano, alcuni potrebbero essere fuori catalogo quindi reperibili in biblioteca, un bel compito del maestro nuovo da continuare a svolgere!

Informazioni tecniche

Titolo: Il maestro nuovo è tornato

Autrice: Rob Buyea

Traduttrice: Beatrice Masini

Editore: Rizzoli

Codice: EAN 9788817074995

Formato: 21,5x14,5 cm. Rilegato, copertina rigida

Pagine: 403

Prezzo indicativo: € 14,00

Età di Lettura: dai 10 anni

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Scrivere bene è un gioco da ragazzi, di Massimo Birattari

“La gente non ha fantasia. Cosa ci vuole a inventare una vampira vegetariana?”, si lamenta Ketty la forchetta.

Ti sbagli Ketty, con questo libro ci si riesce ancora meglio! Tutti abbiamo fantasia, basta stimolarla. I protagonisti di questa storia ne hanno parecchia! L’avventura che devono affrontare, loro malgrado, è tutta frutto della loro fantasia: pensata, scritta, infine vissuta. Funziona così a Scriptoria.

Tutto inizia con un inganno, un tiro mancino del folle professor Evaristo Tritacarne, che attira un suo vecchio alunno, Furio Mangiafuoco, divenuto a sua volta professore, nel laboratorio super segreto. Con lui cadono nella trappola anche sei alunni. In principio domina lo stupore per tanto ingegno, Tritacarne ha ideato macchinari davvero sorprendenti ma il pezzo forte è il trasformatore neurocibernetico, capace di rendere reale quello che si scrive.

I ragazzi sono catapultati in una specie di videogioco, finiscono in un software scissi dai loro corpi, abbandonati dormienti in laboratorio, mentre le loro menti sono costrette a impegnarsi duramente per tornare a casa. Devono affrontare prove via via più complesse per superare i livelli, muovendosi dentro corpi tramutati in bit.

Li guida da fuori lo scienziato pazzo, Tritacarne, impartendo loro indicazioni su cosa scrivere, il come determina il successo o il fallimento della prova. Il lettore segue le imprese e, senza nemmeno accorgersi troppo, assimila quello che il professor Mangiafuoco suggerisce: regole e consigli per scrivere sempre meglio.

Scrivere bene non serve solo a prendere un bel voto in italiano. Serve a pensare bene, a esprimere i sentimenti, a comunicare le cose che ci stanno a cuore, a convincere gli altri, addirittura a creare interi mondi.

Per avanzare i ragazzi devono imparare a usare bene l’italiano in modo chiaro, preciso ed espressivo. Tutto quello che scrivono, diventa reale. Non è facile all’inizio e il professor Mangiafuoco si preoccupa per la loro sorte. Decide così di raggiungerli a Scriptoria. Anche Tritacarne infine lo segue.

La storia ha un epico scontro finale tra il bene e il male, non mancano i colpi di scena. Ogni errore di scrittura recherà i suoi danni, come quando i ragazzi, divisi in due squadre dal programma del videogioco, sottovalutano la creazione di un pericoloso animale, la maiaquila. Dopo vari incidenti e correzioni, i protagonisti diventano abili scrittori. Riescono a trovare varie vie di fuga attraverso mondi da loro creati. Animano oggetti, inventano ambientazioni fantasiose, descrivono eventi con linguaggi e stili diversi, dal giornalismo alla fantascienza. Il gruppo di amici impara a dominare la scrittura fino a sovvertire le regole del programma ideato dallo scriteriato Tritacarne.

In appendice ci sono degli esercizi su misura per il lettore, una guida per esercitarsi con la scrittura, come hanno fatto i protagonisti. In questo caso per svago e puro diletto. Chi volesse divertirsi a creare le proprie avventure può seguire le semplici e interessanti indicazioni per trarne il gusto di scrivere, inventare e migliorare lo stile. Scrivere bene è proprio un gioco da ragazzi!

AUTORE

 

Massimo Birattari, diplomato (in storia) presso la Scuola Normale Superiore di Pisa, è stato redattore di libri scolastici, traduttore (di Paul Auster, John Banville, Joseph O’Connor, Mordecai Richler, Vikram Seth), ghost writer. Oggi è consulente editoriale e copywriter pubblicitario. Tra i suoi libri, per ragazzi, I rivoltanti romani (con Terry Deary, Salani 1998), I barbuti barbari (con Chicca Galli, Salani 2008) e Vite avventurose di santi straordinari (con Chicca Galli, Rizzoli 2009).

 

Informazioni tecniche

Titolo: Scrivere bene è un gioco da ragazzi

Autore: Massimo Birattari

Illustratrice: Allegra Agliardi

Editore: Feltrinelli Kids

Codice: EAN 9788807922213

 

Formato: 14x22 cm

Pagine: 171

Prezzo indicativo: € 13,00 brossura copertina flessibile

Età di Lettura: 9

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La Libraia di Fulvia Degl’Innocenti

Una libreria così l’ho sognata spesso, mi piace l’abbinamento di libri, tisane e spezie. Non manca nemmeno la poltrona. L’autrice ha descritto una foto che mi galleggiava in testa da qualche tempo. La storia invece è molto ricca e tutto il romanzo si gusta come un’arancia. Bocconi di spicchi gustosi, dolci eppure un po’ acidi, non presi in fila ma qua e là, perché scrive “Vivere è una catena di attimi presenti. E qualsiasi cosa sia accaduta ieri, è solo ora che posso essere nuovo”.

La protagonista del libro è Lia, una ragazzina che seguiamo nella crescita e con lei sperimentiamo la condizione di chi deve affrontare una serie infinita di difficoltà in cui l’unico punto fermo, la madre, è troppo fragile perché ci si possa aggrappare. Lia è costretta a lasciare la casa materna e passa dagli assistenti sociali a diversi genitori affidatari, accumulando frustranti insuccessi. La fuga è sempre più allettante della meta, che spesso proprio non c’è, e di fughe ne farà parecchie, sono sfide contro questo mondo che le pare ottuso e contro la sua rabbia.

La figura della libraia arriva solo a un certo punto, dopo che Lia ha collezionato molte avventure e quando all’orizzonte inizia a farsi buio, la strada imboccata è pericolosa e la salvezza è appesa a un filo. Chi lo afferra è questa donna misteriosa, la libraia, di cui si intravedono indizi di un passato complesso e solo alla fine si sveleranno. Il suo ruolo con la ragazza non è invadente, agisce in modo più intimo e Lia, che non sopporta nessun tipo di laccio che possa trattenerla, alla fine saprà accoglierlo.

Ci si arriva per gradi. L’ascolto e l’olfatto sono i sensi che più si imprimono tra le pagine. “Un profumo può raggiungere più di mille parole quelle aree del cervello, e farci cambiare direzione”. Un aiuto richiesto dai tanti clienti particolari che affluiscono nella piccola libreria per cercare sollievo alle pene dell’animo, prima ancora che per comprare un libro. Lia origlia e intanto osserva il modo curioso, fatto anche di gesti silenziosi, in cui la libraria sa ascoltare ognuno di loro. Alla fine i clienti escono sollevati comunque, con un libro che la libraia ritiene adatto a loro e un infuso di erbe. Gli faranno bene entrambi, assicura la donna. Il passaparola degli avventori conferma che un esito positivo nei suoi rimedi deve pur esserci. Bisogna farsi coraggio e scegliere di cambiare direzione, e questo è l’obiettivo che la libraia si impone di perseguire con Lia, perché in lei rivede se stessa e vorrebbe regalarle un futuro diverso, prima che sia troppo tardi per entrambe. Il conto alla rovescia accelera i tempi, la malattia della donna spinge la ragazza a prendere importanti decisioni e fino alla fine il percorso interiore è tormentato, pensare al futuro è una cosa nuova e difficile.

Le descrizioni dell’autrice sono coinvolgenti e ci si lascia guidare nel cammino della protagonista compiendo balzi tra dentro (i sentimenti, a volte confusi) e fuori (nei luoghi che Lia percorre, in cui a volte scivola e in altre resta impigliata), in uno spazio temporale tra prima, dopo e ora. E poi.

La lettura è molto scorrevole e ricca di sfaccettature. La protagonista è Lia ma anche la Libraia e pure i libri. Tutto riveste una ricca dose d’importanza in questo romanzo, che ho trovato collocato tra la narrativa per adulti ma che ritengo molto indicato per ragazzi.

A volte i libri si fanno scegliere, quando si è ben disposti, come a Lia accade dopo molte reticenze, e leggiamo nel romanzo che “ i libri migliori sono quelli che aiutano a leggersi dentro”, e questa è la disposizione d’animo più delicata, dipende solo dai lettori, di qualsiasi età.

Il personaggio della libraia pare nasconda un segreto nel trovare il libro giusto per tutti i suoi clienti e questo fa impazzire Lia. “L’ingrediente segreto è il perdono”, leggeremo alla fine, e io aggiungo quello altrettanto importante, l’infusione di Speranza.

 

Informazioni tecniche

Titolo: La Libraia

Autrice: Fulvia Degl’Innocenti

Editore: San Paolo Edizioni (collana Narrativa San Paolo ragazzi)

Codice: EAN 9788821592874

Formato: 22x14,5 cm. Rilegato, copertina rigida

Pagine: 210

Prezzo indicativo: € 15

Età di Lettura: 12

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Profumo di Cioccolato di Kathryn Littlewood

Una storia gradevole e vivace, un personaggio simpatico e insicuro, che sta crescendo, e vorrebbe capire di più se stesso cercando un riscontro negli altri. Una fatica provata da molti, quella di perseguire i sogni e non deludere nessuno. Gli ingredienti da dover amalgamare sembrano essere troppi quando gli strumenti a disposizione sono minimi, ignoti e pericolosi. Il centro della narrazione si svolge in una pasticceria, e di ingredienti per gli impasti ce ne sono parecchi, alcuni decisamente bizzarri. Una simpatica metafora tra emozioni e impasti per chi aspetta speranzoso davanti al forno, dopo varie fatiche,  che la torta riesca bene. La storia è fantastica, credibile, ghiotta e divertente.

Rose decise che se mai qualcuno fosse entrato nel forno camminando all’indietro, lei se ne sarebbe andata per sempre dalla città.

Rosemary Bliss, dieci anni appena compiuti, sembra volersi arrendere. In città è accaduto di tutto, e non per modo di dire, è davvero tutto sottosopra e in gran parte ne è la responsabile.

Il suo vero nome è Rosemary che significa rosmarino e abita nella piccola cittadina di Calamity Falls. La sua famiglia possiede una pasticceria frequentatissima, i clienti sono già in fila prima dell’orario di apertura. I loro muffins, i frollini e le torte rendono migliore la vita di tutta la comunità. I genitori di Rose risolvono qualsiasi situazione problematica con la dolcezza dei loro prodotti. Lei li ammira e vorrebbe tanto diventare brava quanto loro, a differenza dei fratelli che non hanno voglia di aiutare nel lavoro in pasticceria. Anche loro hanno nomi di ingredienti: Thyme, timo, Sage, salvia e Parsley, prezzemolo. Rose è una ragazzina poco appariscente e passa in secondo piano davanti alla bellezza del fratello più grande, alla simpatia di Sage e alla dolcezza della sorellina. Non si sente apprezzata, un po’ le dispiace, ma coltiva il suo sogno. Certo, vorrebbe che tutti si accorgessero delle sue qualità, perché ne ha…o no? Capita che Rose a volte si scoraggi e se lo chieda.

Un giorno speciale comunque arriva e la sorprende: vede sua madre versare un fulmine nell’impasto.  Molti dubbi si dipanano, i suoi genitori usano davvero la magia.

La pasticceria di famiglia nasconde molti altri segreti, Rose comincia a scoprirli, il principale è il ricettario magico. I signori Bliss hanno fatto capire ai figli più grandi che quel libro deve restare nascosto e in caso di incendio va assolutamente salvato. A questo punto Rose non vede l’ora di poter dimostrare quanto siano grandi le sue potenzialità, in fondo sa di essere brava, ha sempre aiutato in pasticceria e ha osservato come fare gli impasti e infornare. Di fare la loro fattorina è stufa, davvero tanto!

La svolta arriva presto, quando i genitori sono richiesti per una emergenza fuori città e in casa Bliss si presenta una misteriosa quanto affascinante lontana parente, zia Lily. Da quel momento accadranno molti incidenti che avranno a che fare con la magia, con i propri sogni e con la voglia di riscatto. Un periodo breve ma molto intenso da gestire. Rose si trova a fare i conti con la gestione del negozio, la sua voglia di sperimentare che causa guai, il peso delle responsabilità tradite e molti altri ostacoli, soprattutto senza l’aiuto dei genitori. Davanti a tanti pasticci, assai meno gradevoli dei pasticcini, la voglia di scappare è fortissima, soprattutto se la prospettiva è di poter diventare bella e ammirata come zia Lily, ma Rose è ancora più forte.

A questa avventura seguono altri libri, legati alla famiglia Bliss, è probabile che venga voglia di saperne di più.

Un ultimo accenno lo merita la grafica della copertina, mi ha letteralmente stregato, è il caso di dirlo. Il libro mi ha attirato, l’ho rigirato tra le mani, ho osservato la quarta di copertina che è invitante e misteriosa, e non ultima quella stecca di cioccolata che incornicia il margine superiore, me lo ha fatto scegliere in un sol boccone!

 

Informazioni tecniche

Titolo: Profumo di Cioccolato

Autrice: Kathryn Littlewood

Editore: Mondadori (collana Oscar Best sellers)

Codice: EAN 9788804627692

Formato: 12x19,5 cm

Pagine: 254

Prezzo indicativo: € 9,50 brossura

Età di Lettura: 10

 

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Tuo figlio è adolescente, si è trasformato in un marziano? Sii sereno, è colpa della Dopamina, parola di David Bainbridge.

Avevo un figlio, tranquillo, un po’ riservato, che un mattino è apparso improvvisamente verde con le orecchie a punta. Un marziano! No, un adolescente.

Prima parlava, anche se poco, ora grugnisce e usa termini curiosi, non esiste più il “sì” ma è un “abbastanza”, e devi accontentarti se riesci a ottenerlo. Prima era disinteressato agli abiti e agli accessori, ora punta a quello che ritiene “figo”. Ma è mio figlio? Certo! Solo che la dopamina, che sale dalla parte profonda del cervello, lo sta ricoprendo e allo stesso tempo si stanno recidendo tantissime connessioni, fili e reti fitte di contatti cerebrali, che aveva costruito nella sua infanzia. Insomma, è in atto una profonda ristrutturazione cerebrale. Vuoi anche che risponda quando gli poni delle domande? Pretendi forse che possa soffermarsi in dettagli inutili, tipo ricordarsi di lavare i denti, prendere quella felpa che prima ti aveva chiesto dove fosse (e che ovviamente era lì, davanti a lui)?

Ieri ho dipanato molte mie perplessità. Mi sono goduta l’intervento di David Bainbridge durante il Convegno internazionale su adolescenza e lettura, “La sottile linea scura”, realizzato da Hamelin. Cosa ha detto di folgorante? Due cose: la questione è riconducibile tutta a un processo naturale e neurofisiologico, inoltre SERVE, perché l’adolescenza ci distingue dagli animali. Se la nostra razza si è evoluta fino a diventare quella dominante tra gli esseri viventi del pianeta, è grazie all’adolescenza. Vi sembra trascurabile un’affermazione tale? Da questo momento iniziamo a riconsiderare le connotazioni negative che potremmo aver affibbiato ai teenagers.

Noi esseri umani, da diversi millenni ormai, siamo sempre passati nella fase fumosa che attraversano tutti gli adolescenti, lo dimostrano i fossili dei nostri antenati (lo rivelano, nel dettaglio, i cerchi nella sezione di un dente, come per gli alberi). Gli animali non hanno picchi di crescita, noi invece sì, come lo studioso ci ha mostrato in un grafico. Le ragazze lo hanno prima e i ragazzi poco dopo, quello delle ragazze è alto ma meno di quello dei ragazzi, per cui la crescita continua più a lungo. Bainbridge, zoologo e docente di Anatomia clinica veterinaria all'Università di Cambridge, è affascinato da questo fenomeno e, per soddisfare il grande interesse che nutre per gli adolescenti, ha condotto molte ricerche a riguardo. Le sue conclusioni appaiono quasi un sollievo. Il grande cambiamento che affronta un adolescente è tale che non può evitare di ripercuotersi nella vita di tutti i giorni, quello che noi (io) notiamo è la distrazione, l’irritabilità, la “marzianità” che ci spiazza. In realtà dobbiamo considerare anche il lato positivo di questo passaggio accidentato: l’acquisizione di nuove competenze. Enormi!

Un bambino, dice Bainbridge, parla allo stesso modo con tutti: con i genitori, con l’amico, con la maestra, col cucciolo di cane. Il teenager non agisce più così, ha appreso la differenza tra ognuno di questi gruppi. Cambia all’occorrenza i registri del suo linguaggio perché ne ha imparato il potere sociale.

Una delle cose più complicate che acquisisce è “pensare a quello che sta pensando”.  Mi spiego: un bambino sbaglia a versare l’acqua nel bicchiere e chiama l’adulto per farsi aiutare. L’adolescente se sbaglia tace e riflette sui suoi errori. Ecco perché, se accade qualcosa, non ricorre più al genitore ma cercherà, al massimo, l’amico. L’amicizia non a caso diventa l’aspetto più importante di questi anni turbolenti. E lo “slang” non è altro che il codice per suggellare amicizie più forti, per non sentirsi comunque troppo soli e poter seguire un branco di simili, tra marziani ci si capisce meglio!

Il teenager quindi modifica linguaggio e abitudini. Inoltre queste si differenziano tra ragazzo e ragazza. Le ragazze parlano molto di loro stesse, del loro corpo, dei sentimenti, spettegolano su altre ragazze e se un’amicizia finisce, soffrono molto. Le vedremo affliggersi. I ragazzi parlano soprattutto degli interessi che li accomunano, come gli sport, i videogiochi e i passatempi, anche di ragazze, ma non così tanto. Sembrerebbe che entrino meno in profondità, come se l’amicizia maschile fosse proprio più superficiale, quindi se questa finisce pensiamo che non crei un grande stress, del resto l’altro non sapeva così tanto dell’amico. SBAGLIATO! Bainbridge ci suggerisce che entrambi ragazza e ragazzo hanno la stessa sensibilità, ma è il registro e il linguaggio che li differenzia. La comunicazione cambia, ma non sono poi così diversi. E qual è la comunicazione più complessa di tutte, e che si apprende in questo periodo della vita? Il flirtare, il corteggiamento. È il più complesso di tutti: il ragazzo, o la ragazza, parlano ma non sanno cosa pensa l’altro, si pongono molti problemi, “mi capirà?”, pensano, ma anche “voglio davvero essere capito?”, e così via di punti interrogativi. Indubbiamente è un passaggio fumoso: capire chi si ha di fronte, farsi capire o non farsi scoprire sono problemi che assorbono energie. Quante volte diciamo o sentiamo dire “gli adolescenti hanno la testa per aria”, in realtà stanno elucubrando (chissà cosa, non è dato sapere, ma hanno parecchio da elucubrare!).

Per la serenità di ogni genitore aggiungo che è solo ora che il cervello è maturo per poter cominciare a pensare alla sessualità, non va dimenticato… e qui vi lascio, tra pensieri e ricordi di come eravamo noi in quegli anni.

Concludo con l’affermazione di Bainbridge: “Sappiate che l’adolescente si allontana dal genitore e deve farlo perché più lo farà e più sarà felice da adulto”. Amen. E con questo vado a cucinare un pasto marziano per l’alieno che fra poco tornerà da scuola e non dirà nulla di quello che è accaduto durante le ore di lezione spaziali e tantomeno dei momenti con i compagni UFO. Accoglierò con gioia il suo grugnito.

Se siete curiosi di saperne di più, vi segnalo il saggio su cui troverete questi e altri misteri svelati sul mondo degli adolescenti, i nostri amati figli mutanti che ci pare di non riconoscere più.

Informazioni tecniche

Titolo: Adolescenti, una storia naturale

Autore: David Bainbridge

Editore: Giulio Einaudi Editore

Codice: EAN 9788806200961

Pagine: 324

Prezzo indicativo: € 16,50, brossura, copertina flessibile

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Quella serpe di mia sorella, Annalisa Strada

La scuola è cominciata e anche qualche giornata grigia, quindi urge una sferzata di risate! Ecco perché propongo questo libro.

Vi impongo una premessa personale prima di descrivere la trama, è doverosa. Sono figlia unica, ma certe dinamiche descritte nel libro le ho vissute indirettamente mentre stavo con le amiche che invece avevano fratelli o sorelle. Alcune le ho rivissute leggendo. E che risate! Annalisa Strada ve le estorce. Non avete voglia di ridere? Peccato, sarete costretti a farlo. So bene quello che dico perché Quella serpe di mia sorella l’ho letteralmente divorato davanti alla porta chiusa di un medico, sarei dovuta stare sulle spine con gli angoli della bocca piegati in giù, ne avevo tutti i motivi eppure, grazie a questi capitoli spassosi, ho potuto far scorrere il tempo con la mente in distaccata allegria, dispetto dopo dispetto. Uno spasso, un regalo inaspettato in una mattinata grigia. Non potrei non consigliarne la lettura.

La protagonista si chiama Agata, è ingenua perché piccola e nutre ancora speranza verso quella sorella che invece ne studia una dietro l’altra per metterla in difficoltà. “All'epoca non sapevo ancora bene come funziona la vita e ricordo che pensai: "La mia sorellona vuole giocare con me... " Beata ingenuità”. Agata ci casca ogni volta, va incontro a Penelope con un sorriso accogliente mentre chi la aspetta, mostra già un ghigno pericoloso. Si consola solo quando la mamma sgrida Penelope. 

Dal racconto degli episodi più clamorosi si arriva al nocciolo della questione. Il lettore ha già capito bene la situazione, quindi inizia a preoccuparsi perché Agata vuol fare un regalo speciale alla nonna che presto compirà gli anni. È un vero evento in famiglia. Ha scoperto che, secondo un'antica leggenda, se si costruiscono mille gru di carta si può esaudire un desiderio. Questo è quello che desidera regalare alla nonna: un desiderio. L’impresa è faticosissima. Non solo è laborioso recuperare la carta giusta e sopportare i crampi alla mano, ma è assolutamente necessario nascondere tutto a Penelope che potrebbe rovinare l’impresa titanica. Ciò che invece servirebbe davvero, è un aiuto effettivo. Per fortuna che riesce a convincere un compagno, anche se non è proprio un grande amico. Sembra avvicinarsi l’obiettivo. Sembra. Purtroppo è comunque insufficiente.

Il tempo incalza, il compleanno rischia di arrivare troppo presto, gli origami da completare sono eccessivi davvero, MILLE. Quando sembra tutto perduto… Basta, non voglio dirvi altro altrimenti che gusto c’è?

Il finale non è “sorprendente”, anche se l’effetto è quello, perché funziona così quando ci si vuole bene, nonostante tutto. All’autrice Annalisa Strada, che festeggiamo ancora per il premio Andersen, riconosco una freschezza e uno spirito speciali, questo libro ne è un’ulteriore conferma.

Buona lettura, con simpatia garantita.

Informazioni tecniche

Titolo: Quella serpe di mia sorella

Autrice: Annalisa Strada

Illustrazioni: Elisa Rocchi

Editore: Mondadori (collana Sassolini blu)

Codice: EAN 978-88-04-63534-5

Formato: 13,5x18,5 cm

Pagine: 88

Prezzo indicativo: € 7,50 brossura

Età di Lettura: 9

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LE PAROLE MAGICHE di Donatella Bisutti è nella nostra libreria di casa da tempo, anzi nel comodino, perchè è capitato spesso di rileggerlo insieme stesi sul lettone per farci coccole reciproche con i bimbi. Diciamo che è uno dei libri del cuore.

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Consigli di lettura recensiti su Bookavenue.it


Questo libro, sottile eppure così profondo, affronta con un linguaggio semplice i temi complessi quali la Shoah, le leggi razziali, le persecuzioni, la clandestinità, gli abbandoni, la guerra. È rivolto proprio ai giovani lettori della scuola primaria. Aggiungo i genitori e gli insegnanti. - See more at: http://www.bookavenue.it/piccoli-lettori-crescono/item/1313-lalbero-della-memoria.html#sthash.mX6IUT9J.dpuf

L'albero della memoria
Questa lettura, lo confesso, mi è scivolata tra le dita sotto l'ombellone, e l'ho proprio goduta. In sintesi mi è piaciuta per tutto quello che è stata. Pensando ad un lettore giovane l'ho reputata interessante, finalmente priva di canini aguzzi e senza le bacchette magiche che solo in Harry Potter riescono a compiere certe magie. Insomma esce dal coro dei tanti vampiri e maghi però rischia tuffandosi nella scia degli Hunger Games. La trilogia della Collins mi è piaciuta moltissimo, soprattutto il primo libro. Il finale del terzo però mi ha lasciato lo stesso disagio di quello in Harry Potter. In Garden chissà cosa potrebbe accadere, è un romanzo che ha davvero ricevuto critiche contrastanti, molte basate sul paragone con il famoso Hunger Games in cui ci sono molti elementi in comune. Lo stile di Emma Romero però mi è piaciuto e, se mai ci sarà un seguito, come intuiamo dal finale lasciato in sospeso, mi auguro che l'autrice ci regali un approfondimento dei protagonisti e soluzioni sorprendenti che non riconducano per forza il finale ad un matrimonio da mulino bianco....dimensione che stona nella vita reale, figuriamoci dopo eventi distruttivi e tragici. Vorrei vedere crescere Maite, ma con coerenza. Ci sono i valori positivi della libertà, dell'amicizia, la lotta contro i soprusi. Servono speranza e coraggio. Ritengo siano due dei principali elementi da infondere in un adolescente...

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TASHI il libro che ha fatto leggere anche i bambini meno interessati!

 

Di questo libro ho un ricordo bellissimo. Tutto è cominciato da Valentina, la libraia competente e dolcissima del Bradipo, una libreria gioiello che non c'è più. Lei lo consigliò ad una mamma che lo suggerì ad un'altra, lo lesse un bambino poco convinto e una bambina entusiasta, che lo spifferarono ai compagni e tutti iniziarono a conoscere Tashi, il piccolo grande libro amico dei bambini! 376 pagine affrontabilissime e mi sento anche io di suggerirlo a tutti.

 

http://www.bookavenue.it/piccoli-lettori-crescono/item/1228-il-grande-libro-del-piccolo-tashi-che-fa-venir-voglia-di-leggere.html

Storie di Eroi ma anche Gregor sono i libri che consiglio per le letture estive, insieme ad altre altrettante belle consigliate da tutta la redazione di bookavenue. Evviva le vacanze!!!

 

http://www.bookavenue.it/piccoli-lettori-crescono/item/1178-piccoli-lettori-crescono-libri-per-lestate.html

Yoda o non Yoda, questo è un bel dilemma!

 

Insomma, è bene chiarire se lo Yoda sia reale o no. O almeno capire se quando pare prenda vita dal dito di Dwight possegga davvero la Forza, altrimenti si rischia di perdere la faccia! Si apre ufficialmente l'indagine per scoprire la verità sull'origami più strano che gli studenti della scuola media McQuarrie abbiano mai visto. Buona lettura e...piacevoli risate! Su Bookavenue

 

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Ecco il mio contributo sulla rubrica Piccoli lettori crescono nel bel sito Bookavenue.it. l'incontro con l'autrice Celia Rees rielaborato in intervista. Perchè rielaborato? Perchè lei è stata un fiume di racconti, aneddoti, notizie e rinchiudere tutto questo materiale in una serie di domande è stato un po' complesso. Spero vi piaccia, a me è piaciuto molto ascoltarla, se sono riuscita a divertirvi allora sono stata capace di riportare la giusta atmosfera.

 

http://bookavenue.it/piccoli-lettori-crescono/item/1162-intervista-a-celia-rees-autrice-inglese-di-humour-internazionale.html


Dentro
Mamma dice/ Che ogni bambino / Nel cuore ha una rosa/ O un ciclamino.
Lei non conosce/ Bene la scuola/ I miei compagni/ Non sono un’aiuola.
C’è una di quarta sempre arrabbiata/ Che forse nel cuore ha una patata.
E quelli che rubano/ le merendine/ cos’hanno dentro?/ Solo le spine?
O quelli che gridano/ “Ti picchio! Ti picchio!”/ Forse nel petto/ Hanno radicchio.
Ma quello gentile/ Nel banco là in fondo/Scommetto che ha tutti/ I fiori del mondo…
Gli adulti non sempre sanno cogliere e interpretare i segnali che i bambini ci inviano. Capita alle insegnanti, ma anche alle mamme, che credono di conoscere bene i propri figli.
Capita di restare disarmati davanti ad un broncio, a un silenzio. Con fatica si cercano le parole giuste, perché vorremmo tentare di risolvere un diverbio o spiegare con leggerezza qualche episodio brutto, difficile, adulto o solo zeppo di ombre. Ma non è detto che siano proprio quelle lì: Lei, la mamma, non conosce/ Bene la scuola/. C’è di più!
Tra i banchi di scuola convivono tante diversità. Bambini con caratteri, sensibilità, cultura e vissuto molto vari. Non è facile capirsi sempre. A volte è difficile interpretare anche i propri sentimenti.
Le filastrocche di Roberta Lipparini ci vengono quasi in aiuto. Divertono e rallegrano ma fanno anche riflettere, senza abbandonare per forza il sorriso.
L’autrice, con pennellate leggere ma precise, illustra questo spazio complesso, fatto di distanze e condivisioni. Le rime allegre raccontano i sentimenti dal punto di vista dei bambini, e rivelano le difficoltà e le risorse del loro universo, che non ha confini.
Roberta Lipparini possiede una grande capacità nell’interpretare le sfumature e nel renderle chiare al lettore. Il suo sguardo penetra nei pensieri confusi e ne illumina le zone buie. È un dono speciale. Come scrive Bruno Tognolini nella presentazione del libro, l’autrice non elimina affatto le ombre, “che spiccano sullo sfondo leggere come farfalle, ma vere come la vita”.
Il caleidoscopico mondo della scuola e dei bambini, raccontato rima dopo rima, ci incanta e ci fa scoprire ancor di più quanto sia ricco e intenso.
L’autrice
Roberta Lipparini, è nata e vive a Bologna. Possiede una sensibilità palpabile e scrive poesie da quando aveva sedici anni. Lavora in una struttura di produzione e programmazione teatrale per bambini e ragazzi. Questa è la sua prima pubblicazione ma la sua produzione di poesie è praticamente senza sosta.
Informazioni tecniche
Titolo: C’è un posto accanto a me. Poesie per una scuola senza barriere.
Autrice: Roberta Lipparini
Editore: Mondadori (collana Sassolini oro)
Codice: EAN 978-88-04-62656-5
Formato: 16x22 cm
Pagine: 47
Prezzo indicativo: € 9,00 brossura
Età di Lettura: (7-10)

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Il libro di tutte le cose, di Guus Kuijer.

 

Il signor Klopper ritiene che il suo sia un buon lavoro, anche se lo scrisse quando aveva nove anni, era l’estate del 1951. Sfoglieremo la sua storia, anche se potrebbe apparire troppo irriverente, ci avverte, ma del resto ha avuto un’infanzia infelice e non può farci niente. È così grave la sua presunta irriverenza? Per rispondere si dovrà leggere la sua storia, che è sicuramente insolita.

Thomas vede quello che nessun altro riesce a vedere. Non si tratta di fantasmi o folletti, ma è la realtà senza filtri, senza facciate di convenienza. Vede tutta la bellezza di Eliza, anche se ha una gamba di cuoio che scricchiola quando cammina. Vede la vicina di casa gentile e saggia, anche se tutti la considerano una strega da non frequentare. Vede sua madre come un angelo, anche se suo padre la considera forse “sbagliata”. Certo, vede anche l’invasione delle rane, come nelle piaghe d’Egitto e vede addirittura attraverso un muro, alla fine. Thomas vede tutto ma non sa ancora decifrarlo.

Purtroppo nel mondo che lo circonda ci sono degli aspetti troppo misteriosi, che gli creano una gran confusione. Il bene e il male: non sono per niente chiari ai suoi occhi. Non capisce perché Margot, sua sorella maggiore, sia così sciocca e frivola. Perché suo padre sia così severo e violento. Perché Dio gli permetta di esserlo, visto che sfoga la sua brutalità in suo nome.

Il padre picchia la madre e anche Thomas, punizioni che fatica a comprendere, ma subisce, purché l’accanimento su sua madre si plachi. Thomas però è il solo a vedere il Signor Gesù, che lo consola e insieme discutono sulla complessità di ciò che accade. Le metafore bibliche diventano reali e, tra realtà e fantasia, tra dramma e comicità, scateneranno gli eventi in un modo incontrollabile fino a svelare ogni apparenza, spogliando la debolezza umana della sua maschera autoritaria. Comunque il percorso è accidentato e non immediato.

Che cosa è giusto e cosa è sbagliato? Per capire meglio, Thomas decide di scrivere Il libro di tutte le cose. Ogni suo appunto servirà a completare il puzzle di questo mondo assurdo. Una cosa è certa: da grande diventerà felice! Questo è il suo obiettivo e lo perseguirà caparbiamente. Nonostante tutto.

È un importante romanzo di formazione, in cui un bambino di nove anni impara a capire che solo smettendo di avere paura si riesce ad essere felici. La purezza del suo animo sarà la salvezza di una piccola comunità.

Margot è la figlia che si ribella in modo forte ai soprusi. È un climax potente: fingeva di non vedere ostentando superficialità e frivolezza, fino all’esasperato gesto intimidatorio contro il padre violento. Il suo è un coraggio altrettanto feroce, segna un punto di non ritorno, eppure fa parte di un’insurrezione corale. Anche tutti gli altri si ribellano ma con qualcosa di insolito: la fondazione di un circolo di lettura. Le filastrocche, la musica di Louis Armstrong e la convivialità spazzano via le minacce e le punizioni assurde. Si può ben gridare “il re è nudo”!

Nella storia di Thomas ci sono tanti ingredienti: umorismo e sofferenza, fantasia e triste realtà. Sfilano uomini spaventosi e spaventati, donne delicate e coraggiose. C’è una società che cambia, nonostante gli ostacoli di chi non vorrebbe. Soprattutto ci sono la condivisione e l’unione, che fanno davvero la forza.

Purtroppo non tutti si possono salvare. Chi ha un cuore indurito, come quello del biblico faraone, non riesce a redimersi. A Thomas dispiace, ma questo non potrà impedirgli di raggiungere la felicità.

 

 

Informazioni tecniche

Titolo: Il libro di tutte le cose

Autore: Guus Kuijer

Editore: Salani (collana Piccoli Salani)

Codice EAN: 978-88-8451-932-0

Formato: Rilegato 19,5x13 cm

Pagine: 94

Prezzo indicativo: € 10

Età di Lettura: 10

 

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