Shoa a misura di bambino

Incuriosire, illustrare, parlare e rispondere alle domande. Questa è una prassi che si ripete milioni di volte e per milioni di argomenti. É lo scambio tipico che si compie tra bambini e genitori, tra alunni e insegnanti. E intanto si cresce, tutti. Ci sono fatti e argomenti che fanno ridere, che fanno scoprire la natura, che accrescono l’amicizia e favoriscono la condivisione, poi ci sono argomenti e fatti che fanno paura, che sembrano troppo “strani” per essere veri e che chiedono chiarezza. Uno di questi è senza dubbio la Shoa. Come affrontarla? Perché ritengo vada fatto ma con tutta l’attenzione che richiedono gli argomenti dolorosi. Temo la superficialità o la fretta. Quando tratto il dolore con i miei figli cerco di evitarle, perché rischierei di far subentrare il terrore, che non serve a nulla, fa solo male.

Abbiamo ascoltato insieme i racconti di alcuni sopravvissuti, io ho cercato di rispondere ad ogni domanda che, dopo una certa decantazione, affiorava. Non ho ancora trovato il coraggio di affrontare un viaggio verso i luoghi dei campi di concentramento e tantomeno in quelli di sterminio, ma è un mio blocco ed è anche il motivo scatenante di tutta questa cura con cui affronto l’argomento con i miei figli. Comunque ne abbiamo parlato e lo faremo ancora. Quando si entra in uno di quei recinti, credo che si abbandoni un po’ quello che si è, per uscirne cambiati profondamente. A me quell’ingresso spaventa ma non voglio che accada ai figli.

Allora sono ricorsa ad un aiuto, per me. Abbiamo letto insieme un libricino, leggero da tenere sulle ginocchia mentre eravamo rannicchiati sul piumone, e grande per il messaggio e il supporto che consegna ai lettori/uditori. Il titolo è L'albero della memoria, di Anna Sarfatti, Michele Sarfatti, illustrato da Giulia Orecchia, edito Mondadori nella collana Sassolini d’Oro. L’autrice spiega nell’introduzione che:

“L’albero, che dà il titolo al libro, ha un significato importante: in tempo di guerra, quando le famiglie vengono disperse o uccise e le case razziate o bombardate, accade che siano gli alberi a farsi carico della memoria delle persone”.

Attraverso la storia del protagonista, un bambino, abbiamo ripercorso la storia, le leggi raziali, le espulsioni, i divieti e la guerra, che si porta via tutto. Non posso affermare che sia stato semplice trattare la storia di Sami perché i bambini tendono ad immedesimarsi e l’idea di doversi separare dai genitori fa paura. “Non sono andati via per lavoro ma li hanno portati via i cattivi”. È tutta un’altra cosa. In appendice ci sono foto e documenti storici che aiutano a rendere reale la storia appena letta. Abbiamo anche fatto delle ricerche su internet, perché le domande erano ancora di più, ma i suggerimenti che si trovano in fondo al libro mi hanno aiutata a spiegare in modo semplice ed efficace a quelle più immediate. Ringrazio gli autori.

Ci sono altri libri utili e belli che trattano la Shoa…anche se “belli” non sono mai per me. Sempre per colpa del mio blocco. Allora dirò per sincerità che l’unico altro che ritengo davvero “bello” è Il Volo di Sara, testo di Lorenza Farina e splendide illustrazioni di Sonia Marialuce Possentini, edito Fatatrac. Le tavole nel libro prendono vita e ci trasportano di là del filo spinato. Il tocco magistrale dell’artista mostra quel dolore senza far vedere l’orrore, si avvertono le correnti dei brividi freddi che tutto ammantano, ma la poesia ci salva. Un pettirosso salva Sara, e noi, che di lei amiamo tutto. Questo libro è sicuramente intenso e bello, davvero molto bello! Vi passo con grande piacere questi miei strumenti di lavoro di mamma, nell’augurio che possano essere utili e cari anche a voi, con il piacere che solo i libri ben riusciti sanno regalare.

Allego il link della recensione pubblicata su bookavenue: http://www.bookavenue.it/piccoli-lettori-crescono/item/1313-lalbero-della-memoria.html

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