Omaggio all’Etna con un vulcano fumante, ma di sabbia!

Etna marino, quasi acquatico!
Etna marino, quasi acquatico!

 

Oggi siamo stati un po’ artisti, un po’ scienziati e un po’ costruttori. Anche un po’ zucconi! Partiamo dall’inizio e dal preambolo dotto. Sappiamo già che il nostro paese ospita dei vulcani importanti, famosi in tutto il mondo, come il Vesuvio, lo Stromboli e Vulcano ma, dopo la notizia che ha arricchito ulteriormente la fama internazionale di un altro famoso vulcano italiano, abbiamo deciso di riprodurlo, tentando di creare un Etna marino. Il team di architetti e manovali ha pensato di idearlo proprio in battigia, una rischiosa vicinanza con l’acqua e una sfida abbastanza ardita fin dal principio. La montagna di sabbia è cresciuta velocemente e anche i più piccoli hanno collaborato entusiasti e veloci. Giunti al momento di preparare la canna fumaria si sono defilati alle spalle dei più grandi, sono rimasti a contemplare l’opera tra una caccia alle meduse moribonde e una battaglia di schizzi con i piedi. L’imbocco del tunnel è stato creato proprio davanti allo sciabordio delle onde…quasi una provocazione che il mare non ha tardato a raccogliere. Uno infilava la carta e subito la risacca gli schiaffeggiava la mano. Imperterriti i grandi hanno continuato a infilare carta, che presto diventava umida e un forte vento, amico del mare e padre delle onde, faceva in modo che l’accendino non potesse generare la fiamma incendiaria. L’impresa diventava sempre più difficile. La marea, sorniona, avanzava impercettibilmente e il team, preso da eccitazione e preoccupazione, nemmeno notava quell’incedere silenzioso, fino a lambire l’ingresso del vulcano, il cuore pulsante di tutto quel lavoro. Finalmente è comparso un debole fumo. Ne erano tutti stupiti, perché l’impresa sembrava fallire miseramente. Anche il mare è rimasto attonito e certe onde hanno iniziato a infrangersi dietro gli scogli, forse per curiosità o per disperazione. Il sole era ormai già basso, quando il team al completo, tinto con i colori caldi del tramonto imminente, ha iniziato ad esultare in cerchio, come un’antica tribù. Erano tutti felici e gridavano forte, affinché la spiaggia intera sentisse la loro entusiasta vittoria. Quel filo debole di fumo ha ripagato la fatica e cancellato l’onta del mare, che alla fine ha voracemente inghiottito l’opera dell’Etna. È stata comunque una gratificante soddisfazione che ha lasciato festeggiare la tribù fino a sera, consapevole di un trionfo non da poco!

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